Palazzo Donn’Anna è uno dei simboli della città partenopea che si erge sul tratto di costa all’inizio di via Posillipo (Via Posillipo è un’importante strada di Napoli che si snoda in dolci tornanti per quasi 4 chilometri sul lato meridionale della collina di Posillipo. Parte da Largo SermonetaMergellina, e giunge fino alla discesa di via Caroglio.
Il palazzo fu edificato alla fine del XVII secolo, in tufo e rimasto incompleto, su un precedente edificio detto La Serena, il quale era di proprietà di un certo Dragonetto Bonifacio. Nel 1571 passò alla famiglia Ravaschieri, questi ultimi vendettero il palazzo al principe Luigi Carafa di Stigliano, nonchè nonno di Donn’Anna Carafa, dalla quale poi prende nome lo stesso edificio.
Nel 1642 il vicerè Ramiro Nùnez de Guzman, in occasione delle nozze con la principessa Anna Carafa, diede incarico all’ormai noto architetto Cosimo Fanzago, architetto, scultore e protagonista indiscusso dell’arte barocca napoletana, di costruire il palazzo.
saccheggiato nel 1647 a seguito della rivolta di Masaniello, palazzo Donn’Anna passò nelle mani di Nicola Guzman (figlio dello stesso vicerè e della principessa Anna Carafa) che lo fece restaurare ed innalzare di tre piani; in questo periodo palazzo Donn’Anna diventò teatro di feste e ricevimenti a cui partecipava gran parte dell’alta società napoletana. Tuttavia nel 1688 l’edificio venne distrutto dal terremoto che provocò anche la morte del proprietario. Dopo questo tragico evento, l’edificio passò prima al fisco e poi ad un altro membro della famiglia Carafa che lo vendette al marchese di Calistri, don Carlo Minelli.
Nel 1824 divenne una fabbrica di cristalli, fu poi acquistato dalla Banca d’Italia, dalla famiglia Capece Minutolo, poi dai Colonna di Paliano, oggi, invece, è diviso tra più proprietari.
Leggenda:
Donn’Anna Carafa viene confusa con la regina Giovanna d’Angiò la quale, secondo la tradizione popolare, avrebbe incontrato all’interno del palazzo alcuni pescatori, suoi amanti, con i quali trascorreva notti di passione, per poi ammazzarli all’alba facendoli precipitare dal palazzo. La leggenda vuole che le anime dei suoi amanti si aggirino ancora oggi nei sotterranei del palazzo.
2018-02-23T11:33:47+00:00